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La rana e lo scorpione
C'era una volta uno scorpione che voleva attraversare un ruscello.
Sapendo che sarebbe affogato appena entrato in acqua chiese ad una rana che stava andando sull'altra riva se gli dava un passaggio.
- Fossi matta - rispose l'anfibio – chi mi dice che durante il tragitto non mi uccidi con il tuo terribile veleno? –
Lo scorpione la guardò ed aprendo le zampine gli disse:
- Ma cara, ragiona: se ti pungessi, morirei anch'io affogato… senza di te non riuscirei mai a farcela in mezzo all'acqua –
La rana ci pensò un po' su e si convinse, fece accomodare lo scorpione sulla schiena maculata ed iniziò la traversata stando attenta a non immergersi troppo.
Giunti in mezzo al ruscello, la rana sentì una fitta alla schiena ed il pungiglione entrare nella carne.
Ebbe solo il tempo di girarsi un attimo e dire:
- Perché lo hai fatto? Così moriremo tutti e due! Non ha senso !!!
Lo scorpione sembrava più dispiaciuto di lei:
- Hai ragione – le rispose – mi dispiace molto e so che adesso moriremo entrambi, ma è la mia natura, perdonami… -



Non so perché vi scrivo questa storia, tranne che per il fatto che mi piace molto…
Lo scorpione non si compiace di essere così, forse si giustifica, ma non è cattivo.
La rana poteva scegliere, ma è pure la sua natura essere ingenuamente convinta che lo scorpione mantenga il patto.
Io sono sempre stato un po' rana e molto scorpione, alle volte mi fido degli altri, sono altruista e generoso, più spesso non riesco malgrado tutto e tutti a nascondere la mia natura anche quando essere come riconosco che è assolutamente sbagliata.
I Panthers sono un po' Frogs ed un po' Skorpions?
Un po' sì… dai…
Sabato sapevamo che gli avversari non sarebbero stati fortissimi, i campioni d'Italia avrebbero dovuto comunque giocare con eccellenza ed impegno, onorare non solo la squadra davanti, ma anche la nostra maglia con lo scudetto cucito sopra.
Invece la nostra natura, non c'è niente da fare, è questa qui.
Se giochiamo contro i Berlin Adler li teniamo a zero per tre quarti e se giochiamo contro l'ultima in classifica ce la facciamo a tenerla in partita… e ogni azione sembra "la festa del pesce"…
I Doves hanno onorato il gioco e nulla da dire sul loro impegno, però i 50 giocatori con la maglia argento, non stavano facendo quello che erano capaci di fare…
Meglio perdere contro Catania?
Certamente sì, vincere o perdere dura il tempo di una partita, magari ti rimane dentro per qualche giorno…
Essere un campione invece è un'attitudine mentale e scoprire che non lo sei fa male per più di sette giorni.
Ma campioni si nasce?
Non lo so, sicuramente si nasce neonati, poi via via che cresci diventi qualcosa e qualcuno…
A dire il vero, forse il Gede non è mai stato piccolo e comunque nel Jurassico erano tutti bestioni quindi non lo so se il ragionamento valga anche per lui…
Però in corso d'opera campioni si diventa… se si vuole…
E non parlo dello scudetto o della coppa al cielo, parlo di essere padroni del proprio corpo, di usare mani, testa e gambe per lo stesso motivo nello stesso istante.
Sembra facile, ma non lo è.
Sabato sera sarebbe bastato poco, veramente poco…
Bastava impegnarsi un po' di più.
Pensarci un po' di più.
Personalmente sono il primo dei colpevoli, sabato sono stato molto scorpione, ma intorno a me il ruscello pullulava di pungiglioni e rane affogate.
Ogni anno ce lo ripetiamo ed ogni anno ci ritroviamo a giocarci il tutto per tutto ogni maledetta domenica.
E tra 5 giorni arrivano i Delfini, non sono tristi come possiamo immaginarci, hanno dato 60 punti a Catania e ne avevano presi solo una ventina prima di mettere in campo le riserve…
Quindi cosa vogliamo fare domenica prossima?
Chiediamo un passaggio alla rana o impariamo a nuotare?
 

by Ugo Bonvicini

 
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