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Primo giorno di primavera

Nessuno ha mai pensato che sarebbe stata una festa

Nessuno ha preso sottogamba la partita, nessuno ha pensato che fossero una squadretta di serie B.

I Marines erano stati un osso duro due anni fa e arrivavano a Parma con tre americani forti, appena spacchettati e pronti all’uso.

Noi ci conosciamo bene… e per l’ennesima volta partiamo con la retromarcia.

Non stiamo giocando bene…

Cominciamo a giocare dopo venti minuti rispetto agli avversari e se nei primi venti minuti segnano due o tre TDs, poi bisogna recuperare.

Eccoci quindi a renderci conto che nessuno ci regalerà nulla fino alla fine di Maggio, anzi...

Dolphins, Doves, Giants, Rhinos, Elephants e Warriors.

6 partite

6 battaglie

Abbiamo la potenzialità di vincerle tutte e sei e smetterla di sentirci come ieri sera.

Già ieri sera…

Io ero stanco ed avvilito… ho provato ad elaborare il “lutto” di aver perso, ma tranne l’idea che questo ci sia stato di insegnamento per il futuro, non ho trovato altre ragioni per non sentirmi triste.

E’ un gioco, uno sport che ognuno di noi pratica nel suo tempo libero, non ci sono ingaggi milionari ne TV ne veline e paparazzi che ci seguono fuori dalla pizzeria per vedere con chi siamo…

Certo sarebbe carino vedere Colacino su qualche bugiardone nazionale tipo Chi oppure Novella2000.

O la nuova faccia di Ciccionetto in prima pagina su OGGI.

Non è così, tutto quello che facciamo e siamo rimane lì tra noi e vincere o perdere è un dettaglio poco determinante per il mondo fuori.

Solo che per quanto sia dilettantistico e povero, ci sentiamo abbacchiati tanto quanto avessimo perso la finale della Coppa del mondo di calcio.

Roberto Baggio o Trezeguet si devono essere sentiti parecchio male a sbagliare il rigore della vita, ma al massimo si possono essere sentiti come qualcuno di noi ieri sera.

Perchè nei sentimenti di gioia e sconforto non esiste il professionista e il dilettante.

Quando uno soffre, come quando gioisce, la sua percezione del dolore è identica sia che sia famoso, ricco e riconosciuto, piuttosto che brutto, povero e anonimo.

E quindi care Pantere, per quanto sia vero che è solo un gioco e ci sono cose più importanti nella vita, se poi però perdere ci fa sentire come aver perso una medaglia olimpica allora la differenza qual è?

Se uno fa il suo massimo e perde può almeno dirsi: “ vabbeh più di così…non potevo…” e si sente uno sconfitto.

Ma se poi il dubbio di aver fatto errori evitabili rimane? Allora ci si sente anche un po’ coglioni…

Io sono troppo vecchio e come diceva il poeta posso solo dare buoni consigli perché non posso più essere di cattivo esempio.

Cari Grig, Niki, Tunnerino, Alfred, Bistek, Ndori e Cannino,

ma anche cari Ricciolo, Tunne, Ronin, Scu, Zambo, Gavo, Mattia, Nadir e Maxim,

Per quanto sia difficile e faticoso adesso sta a voi la scelta e per questo vi invidio.

Noi quarantenni abbiamo già sbagliato e perso anni fa e adesso possiamo solo aiutarvi a non fare come noi, possiamo spingervi verso la meta finale, ma senza di voi non andiamo da nessuna parte.

Siete voi le Pantere che devono decidere se in campo vinceremo o perderemo…

Non verrà fuori nessun altro a cavarci dai pantani del primo quarto.

Voi deciderete nel bene o nel male di diventare grandi, campioni o sconfitti.

Bello no? Essere i protagonisti assoluti fino alla fine, fino a che ce ne rimane un pezzo.

Da oggi ragazzi non si molla più…

 

by Ugo Bonvicini

 
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