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Campioni si nasce o si diventa?

Negli ultimi due giorni ho avuto spunti per scrivere diversi editoriali: Colacino che non si becca un fallo personale, Ricciolo più forte in linea o costumato da pantera?, gli Arena boys che vincono, Sono più belle le Cheerleaders o i Panthers? 10 euro di biglietto sono illegittimi? E il gestore del chiosco che si incazza con i clienti? Oppure il mistero della bandiera ricomparsa...

Se sabato fosse finita come al solito avrei scritto qualcosa del genere.

Solo che sabato è successo qualcosa di più importante.

Sabato mattina abbiamo tracciato il campo come sempre, messo gli striscioni dei nostri amati sponsor e verso mezzogiorno era tutto pronto.

Sabato era un giorno speciale. Arrivavano i Lions che se è vero come è vero che negli ultimi 12 anni hanno sempre vinto è fuori discussione che campioni lo siano.

Io i Lions li ho sempre rispettati e naturalmente temuti.

Perché?

Perché credo che nella vita contino i risultati e che le parole e i blablabla non valgono nulla davanti ai fatti evidenti. Davanti alle vittorie, davanti alla realtà.

Sabato non era una prova senza appello.

Era solo la seconda di campionato e tante cose devono ancora accadere prima di luglio.

Sabato però c'era da staccare un biglietto tra chi, pantere o leoni, avrebbe presumibilmente giocato la semifinale in casa.

Senza mancare di rispetto a nessuno certo, ma era evidente che uno scontro diretto come questo decideva chi in classifica sarà davanti e chi dietro. E poi Bergamo è sempre un esame.

Sono loro che devi battere se vuoi sentirti campione.

Sono come il professore che ti boccia sempre: vuoi essere promosso? Allora devi essere più bravo.

Negli ultimi 4 anni i Lions ci hanno sempre bocciato. Mai rubando.

Mai imbrogliando.

Più forti e basta.

Sabato mi chiedevo se sarebbe stata l'ennesima volta... Ancora una bocciatura.

Comincia la partita e quei due americani in difesa fanno impressione...

E dopo alcune azioni segnano. 0-6.

Si mette male.

Però Craig ci mette 15 secondi per dire che i panthers non mollano e con un ritorno di calcio andiamo davanti noi. 7-6.

Poi loro non fanno molto.

E noi intercettati.

Loro segnano. 7-12.

Noi pantiamo e gli arbitri ci mettono del loro per rifarci calciare e loro segnano ancora. 7-19.

Noi siamo nel marasma e loro sono i Lions. 7-26.

Mancano pochi minuti alla fine dell'intervallo e io mi immagino che se giocano anche il secondo tempo così ne portiamo a casa 52...

E 52 sono tanti...

52 punti e non potrai mai sentirti campione.

Così in 2 secondi mi passa davanti la mia vita da giocatore e penso che non sia possibile, io sono certo che noi saremo campioni...

E vedo che Joe e Craig lo sanno già e anche il Tunne ne è certo. 14-26.

La difesa senza il capitano comincia a dire che non si passa più...

26 vanno bene, ma 26 e nulla più...

Prima dell'intervallo Tunne dice che forse 20 a 26 suona meglio.

Siamo dentro gli spogliatoi e Joe mi chiede cosa ne penso. "Joe, devi sapere che questi sono i più forti di tutti..."

Mi è venuto così, non so perché... E ho sorriso...

Stavo dicendo ad un qb americano che ha giocato contro gli Oklahoma Sooners che i Bergamo Lions erano i più forti tra tutti quelli che avrebbe incontrato.

Gli Oklahoma Sooners...

Io che dico ad uno tra i primi 40 qb d'America che giocava davanti a 80 mila spettatori cosa deve fare e chi sta affrontando.

Nello stesso istante il Coach dice le stesse cose che tutti stiamo pensando...

E nel secondo tempo loro fanno ZERO e noi 10.

30 a 26.

Mancano 63 secondi e loro non hanno timeouts. La palla ce la abbiamo noi e siamo vicini alla loro endzone. Primo e goal.

Noi abbiamo tecnicamente già vinto e lo sanno tutti...

Potremmo tentare di segnare altri 7 punti perché abbiamo la palla, i timeouts e mancano 10 yarde. Ma noi sappiamo perdere...meglio di quanto non sappiamo vincere.

I Lions ce lo hanno insegnato a forza negli ultimi anni e almeno questo lo abbiamo imparato bene. Così decidiamo di inginocchiarci.

Noi che abbiamo già vinto ci inchiniamo davanti agli sconfitti. Certo è tattica, ma è anche qualcosa di più romantico.

Si chiama onore delle armi. Lo facevano i Romani duemila anni fa per onorare gli eserciti battuti.

Quando onori un nemico battuto sei più grande anche tu.

Ci inginocchiamo tre volte e per tre volte alcuni di loro caricano lo stesso.

Non tutti, solo alcuni. Quelli che stanno fermi di qua e di là sono campioni. Quelli che picchiano gente ferma no. Incontreremo ancora i Lions e probabilmente ci batteranno, ma sabato 15 marzo 2009 l'esame lo abbiamo passato segnando 23 punti dietro fila.

Io non so se campioni si nasca o lo si diventi, ma di sicuro i campioni veri sono quelli che non mollano e che alla fine vincono.

Forza Panthers.

 

by Ugo Bonvicini

 
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