Season Pass
Diventa arbitro di Football Americano
 
Il Galles, la tibia e quello che doveva succedere
Se si potesse tornare indietro dove rifareste partire il film?
Quante volte ci capita qualcosa che avremmo evitato e subito cerchiamo di capire l’istante in cui si è accesa la miccia della sfiga.
Certe volte è semplice ricordarsi della scintilla iniziale, altre volte è impossibile e si deve accettare l’idea che era destino o che è successo punto e basta.
La vita non è aggiornabile, non è ne un film ne una telenovela, è piuttosto un reality in presa diretta dove avrai anche uno straccio di copione, ma che tira dritto sempre e comunque.
Se devi cambiare qualcosa lo devi fare da adesso in poi e non si torna indietro.
Per cui se ti accorgi che hai fatto qualche cazzata, puoi tentare di attutire il colpo, limitare i danni, ma se hai acceso la miccia, prima o dopo la botta arriva.

Lo scorso anno a Torino ci lasciammo lo scudetto, ma non ce ne rendemmo conto immediatamente, anzi tornammo con la sesta vittoria di fila cantando per tre ore che il melone era un frutto buono e di colore arancio.
Cantammo talmente forte che un manicotto del radiatore dell’autobus saltò per aria e l’autista intontito sbagliò strada facendo rotta per la Francia.
Canta che ti passa, diceva sempre mia nonna ed in effetti la tibia rotta del nostro superman Brewer era davvero cosa grossa da far passare.
Quella tibia ci sarebbe servita tutta in un pezzo tre mesi dopo in finale, ma oramai sappiamo che non si aggiustò per tempo ed arrivati lì con 11 vittorie, 558 punti fatti e solo 79 subiti, lasciammo ai marinai il titolo.
Mia nonna diceva anche di non piangere mai sul latte versato e non di certo non lo farò ora.
Ok, alle volte è difficile non rammaricarsi dopo aver fatto un errore grave, dopo aver perso qualcosa di importante, ma perdere una partita quando sai che potrai farne altre ed avrai la possibilità di rifarti mi fa vedere il bicchiere sempre mezzo pieno.

E quindi sabato ritorniamo a Torino in una fredda serata che promette pioggia e che ci vede giocare alla pari contro i bravi Giaguari.
Non siamo un granchè, tra alti e bassi andiamo addirittura sotto 0-7 e poi sono Finny e Malpo a rimetterci in carreggiata.
Il nostro coach si cambia e gioca 5 minuti tanto per avviare il motore e sul 7 a 7 ci lascia giocare solo noi italiani orfani di Superman, Capitan America e l’Uomoragno.
Ce la dobbiamo sfangare così, solo Italiani che a supereroi e fumetti in generale ce la caviamo, vero, ma non abbiamo Hulk, i Fantastici4 e Batman..
Il Canna assomiglia a Dylan Dog, il Vez a Zagor, forse il Bonny a Diabolik, ma tutti gli altri Panthers sono un misto tra AlanFord, Jacovitti e Sturmtruppen (Gis e Bistek sembrano usciti dalle trincee di Bonvi in effetti) e con questi non ci fai un film stile Avangers; con i fumetti italiani ci fai una commedia un po’ tragica, un po’ comica che finisce anche bene, ma che ti lascia sempre quel sapore di incompiuto e ti fa pensare a come sarebbe stato se…
E sabato sera al ritorno, mentre i miei Sturmtruppen preferiti cantavano in autostrada, io ho pensato che questo 2015 sarà una stagione speciale e di sicuro da ricordare.
Sarà la stagione che ci dirà se abbiamo sempre bisogno di due passaporti americani per riuscire a vincere o se saremo davvero campioni italiani, solo italiani, tutti taliani
Io dico che ne vale la pena giocarsela, voi no?

Il 2015 sarà anche l’anno buono in cui prima o poi scriverò una lettera al sindaco che farà più o meno cosi:

Egregio Signor Sindaco,
i PanthersParma in 10 anni di campionato di serie A hanno raggiunto 9 semifinali, 7 finali e 4 titoli, hanno vinto 79 incontri su 105 ( di cui 49 su 56 partite negli ultimi 5 anni).
Siamo stati bravi e fortunati, abbiamo cresciuto i nostri giovani andando nelle scuole di questa città, cercando di insegnare che lo sport magari non ti fa ricco, ma può renderti felice lo stesso e di certo ti evita ben peggiori compagnie.
Per queste belle cose non Le chiedo una statua del nostro Presidente Ivano Tira a Moletolo o una via intitolata a Paolo WM Magri vicino al Centro Torri, ma almeno il riconoscimento di essere parte della città che rappresentiamo, quello credo ci sia dovuto, non le pare?
Ed invece ci sbattete fuori da Parma con tante belle promesse e niente di niente in cambio.
Ci sbattete fuori non perché abbiamo debiti, non perché inquiniamo, ma perché giocando forse rovineremmo il pratino verde dove correranno in Giugno inglesi, sudafricani ed australiani.
Scusi sa, ma sono loro che forse rovineranno il nostro pratino, noi qui ci abitiamo, loro al massimo si faranno due cappelletti ed una fetta di prosciutto…
E quindi è davvero per questo che non possiamo giocare nella nostra città?

PERCHE’ NON POSSIAMO ENTRARE NELLO STADIO DOVE ABBIAMO SEMPRE GIOCATO?

Quello stadio che è stato costruito per la palla ovale dopo che il vecchio Lanfranchi in viale Piacenza fu smantellato per esigenze europee.
Capisco che non fu Lei ad abbatterlo come doveva fare con tutto il resto, ma noi non siamo l’inceneritore, non siamo la metropolitana leggera e nemmeno il PARMA AC e se doveva e voleva essere qualcosa di nuovo e di diverso, il rottamatore del vecchio per far posto al nuovo, perché tutto quello che accade mi sembra invece così ingiusto, sleale ed opaco come ciò che voleva combattere?
Il nuovo Lanfranchi non doveva essere lo stadio del Rugby Parma, degli Amatori Parma e per 6 domeniche all’anno anche quello dei Panthers Parma?
Quante di queste squadre della città lo hanno utilizzato nell’ultimo anno?
Zero… E perché? Sono società storiche, serie, degne e con la schiena dritta che fanno movimento, allenano ragazzi nei settori giovanili, che hanno tradizioni, che coinvolgono centinaia di famiglie migliaia di sostenitori e sicuramente milioni di storie da raccontare e miliardi di ricordi.
Queste società, come tante altre di baseball, basket, volley, bocce, bici, sono la nostra città, siamo noi, Signor Sindaco e come ha ben detto un tifoso in TV davanti al Tardini, levare uno stadio ad una città è come chiudere il portone di una chiesa la domenica mattina.
Provi a chiudere il Duomo, anzi provi a dire al vescovo di andare a dir messa a Collecchio domenica prossima che il Duomo Le serve pulito per una gita di protestanti in Giugno…

Io non so e non mi interessa di chi sia la colpa, quello di cui sono certo è che se qualcuno ha il potere di sconfiggere le ingiustizie lo debba fare senza se e senza ma, altrimenti sarà tanto colpevole come chi le ha programmate tempo prima.

Signor Sindaco Lei, pur augurandole davvero il contrario, prima o poi non sarà più il nostro primo cittadino e tornerà ad essere semplicemente un secondo od un quinto cittadino, un normale parmigiano insomma.
Un lunedì mattina le capiterà di aprire la Gazzetta e di leggervi che avremmo vinto una partita da qualche parte, leggerà ancora Panthers e leggerà anche Parma di fianco e per un istante ne andrà fiero.
Non perché le piacerà il football o perché le saremo diventati simpatici, ma ne andrà orgoglioso perché il nome Parma sarà abbinato all’idea di vittoria, tutto qui.

Provi ora ad immaginarsi orgoglioso della Nazionale Juniores del Galles… ci provi per favore…

Cordialità
Ugo Bonvicini

 

 
< Prec.   Pros. >