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“Bruce, sai perché cadiamo? Per imparare a rialzarci“
Siamo già a metà campionato ed averne vinte tre su quattro era, un mese fa, una rosea previsione.
L'amaro in bocca di oggi è più che opportuno, ma le cose accadono e c'è sempre un motivo.

Un mese fa Tommy era ingessato ad una mano e sapevamo di non avere più Jaycen e Diego che non erano proprio gli ultimi arrivati, pertanto la situazione era molto incerta e poco prevedibile.
Di sicuro nessuno avrebbe scommesso che il reparto più forte della squadra sarebbe stato la linea di difesa, come invece da quattro partite si conferma.
Che poi tre vittorie su quattro sia un magro bottino per aver perso la partita ad Ancona o vinto all'ultimo secondo contro i Rhinos, poco importa e soprattutto poco importerà la notte del 6 Luglio.
Importante sarà piuttosto se a Ferrara ci saremo andati per vedere il Super Bowl o a giocarcelo.
E siccome abbiamo tutti gli strumenti addirittura per vincerlo, quello che si deve fare da adesso in poi è semplicemente che quello che sappiamo fare da sempre: giocare bene.
Nulla di più e nulla di meno.
Se invece per un motivo o per un altro questo non accadrà allora che vinca sempre il migliore.

Sabato sera, malgrado speravo non ce ne fosse più bisogno, i Dolphins ci hanno ricordato che solo noi siamo artefici del nostro destino e che giocando in un campionato equilibrato se sei il peggiore in campo allora vieni giustamente sconfitto.
Degli offside, dei fumble o dei torti subiti poco mi frega, perché se sei Campione da tre anni consecutivi e non sai accettare le sconfitte allora non ti meriti lo scudetto sulla maglia.
I Panthers quello scudetto se lo sono strameritato alla grande per tre volte dietro fila, mai rubacchiando, mai imbrogliando, mai sperando in errori arbitrali.
E poi alle sconfitte meritate ci siamo abituati:
Ci ricordiamo l'anno scorso con Giants ed Elephants?
E nel 2011 contro Bologna ed ancora Catania?
Insomma bravi sì, ma non bravissimi.
Perdere qualche partita farà parte della cabala per poi vincere alla fine?
Mah…
Va bene lo stesso: non giochiamo mica per soldi e vincere non è nemmeno questione di vita o di morte, lo facciamo per divertirci, per uscire dalla quotidianità, per sentire l'adrenalina, per combattere lo stress, lo facciamo per dimagrire o per mettere foto su facebook.
Se ci penso bene giochiamo a football americano per un sacco di motivi che poco hanno a che fare se alla fine della partita hai vinto o hai perso.
Se una foto è bella chi la guarda non si pone il problema se il giocatore vestito d'argento avrà vinto la partita.
E se al mare sulla spiaggia i bambini ti offrono della lattuga per quella tartaruga che hai al posto degli addominali, alle loro mamme non interessa nè in che serie giochi nè se la palla è ovale o tonda.
Troppo semplice? Troppo buonista?
No, anche perché quando vinci ha tutto un sapore speciale.
Ha il sapore di essere riusciti in una cosa, di avere raggiunto l'obbiettivo.
Ha il sapore di meritarsi le cose… e non lo fai solo per te stesso.
Ci sono pure quelli che si fanno il culo per andare in 50 ad Ancona in pullman.
Quelli che tengono catene, asciugano palloni, portano l'acqua.
Quelli che se non sono perfetti in sideline o durante un timeout si prendono anche delle ragioni balorde…
Ci sono dei Panthers che non giocano e che non giocheranno mai, che lo fanno solo per il piacere di vedere vincere i propri amici e almeno per rispetto a loro bisognerebbe garantire di essersi sforzati un po' di più.

Mio nonno mi diceva sempre che per fare una cosa bene o farla male ci si impiega quasi lo stesso tempo e qui, quando le cose le fai senza impegno, non perdi tempo solo tu, ma lo fai perdere anche a chi l'impegno ce lo ha messo.
E questo è male.
Ma mi rendo conto che sono parole sensate solo per chi alla fine piange, non cerca scuse, apre le braccia e ti dice:
"Oh… non ci ho capito niente per i primi due quarti…"
Quelli per cui la colpa è sempre di qualcun altro o che non si impegnano come saprebbero ci saranno sempre, l'importante è che nei Panthers siano sempre di meno…

E poi lo fai per amicizia
I parenti non te li scegli, gli amici sì.
Io mi sono scelto amici vestiti con la stessa maglia numerata, che ci posso fare?

Gli amici sono i fratelli che ti scegli…
Mappe che sanno raccontare dove vai…
Alcuni vanno, altri restano…
Con loro in comune hai tutto o quanto basta… ed intorno a te formano un'altra famiglia…
Ti condiscono la vita e dai loro gesti impari che l'amicizia ha un sapore speciale…
Panthers Parma.. la gioia di stare assieme…!


Era solo uno spot per le bavette al pesto alla genovese Barilla, ma rende l'idea.

Perché lo fai… Per chi lo fai…

Tutto qui.

E come dice la bella Katie Holmes a Bruce Wayne che esce fradicio da un acquario con due modelle seminude:
"Non è importante chi sei, sono le cose che fai che ti qualificano…"
Lei farà anche la moralista, ma lo sta dicendo a Batman…
Ed io lo dico ai Panthers che in un'altra sera, in un altro sabato 27 Aprile 2013 avrebbero vinto contro chiunque.

"Bruce, sai perché cadiamo? Per imparare a rialzarci"

 

by Ugo Bonvicini

 
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