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La settimana del dolore ed un muro in sasso

Avrei mai trovato la forza di scrivere dopo la sconfitta di domenica?

Certo che sì. Ormai siete migliaia lì fuori che agognate leggere quello che scriverò, come potrei lasciarvi così in sospeso?

Ho aspettato 7 giorni perché come ho letto da qualche parte dovevo passare le 6 fasi di accettazione del lutto…

Lutto… lutto è quando muore qualcuno… qui è solo una partita di football americano in Italia. Vero… verissimo, ma quando la faccenda implica emozioni e passioni diventa difficile farsi scorrere via tutto senza starci male.

E così le sei fasi:

Lunedì scorso la NEGAZIONE: NON E’ POSSIBILE AVERLA REGALATA COSI’. NON E’ GIUSTO

Martedì ero in DERESPONSABILIZZAZIONE: TUTTA COLPA DEL QB CHE LANCIA AGLI ALTRI INVECE CHE AI NOSTRI

Mercoledì è stata dura… OVERRESPONSABILIZZAZIONE: E’ COLPA MIA, DOVEVO SPINGERE PER CHIAMARE SOLO SCHEMI DI CORSA PER TUTTO IL SECONDO TEMPO, ALTRO CHE LANCIARE

Finalmente lasciati i sensi di colpa giovedì ero pieno di INCERTEZZA: E ADESSO? GIA’ E’ STATO UN CAMPIONATO DIFFICILE DA PORTARE A TERMINE, IVANO CI LASCIA, I GIOCATORI SONO TROPPO POCHI ED INVECCHIANO DI UN ANNO, E POI COME SI FA A GIOCARE 6 PARTITE IN CASA IN 6 STADI DIVERSI?

Venerdì ho capito che stavo entrando in RIELABORAZIONE: BEH, VERO TUTTO, MA I SEAMEN NON ERANO MALE, NEL SECONDO TEMPO NON HANNO SBAGLIATO NIENTE E NOI PIU’ DI COSI’ IN EFFETTI… DEVO RIPROMETTERMI CHE LA PROSSIMA VOLTA CHE CAPITA MI RICORDERO’ DI QUESTA PARTITA, NON DIRE GATTO FINO A CHE…

Il sesto giorno Creò l’uomo e gli animali… scusate quella è un’altra storia, io ho solo terminato con ACCETTAZIONE: OK ABBIAMO PERSO LA SEMIFINALE, MA CHI LO AVREBBE MAI DETTO CHE SAREMMO ARRIVATI FINO A QUI? SIAMO STATI DAVVERO BRAVI E’ STATO UN ANNO FANTASTICO, MAGARI NON E’ FINITO CON LA CILIEGINA SULLA TORTA, MA LA TORTA E’ STATA BUONA LO STESSO.

Ecco qua che DOMENICA sono guarito. Ho fatto i miei 6 gradini del dolore ed eccomi nuovo di zecca pronto ad assistere alla finale che tutti si auspicavano. Tutti no… molti… e poi ci vanno le due squadre più forti, più ricche, più competitive e con più tifosi, per cui nulla si può dire, anzi…
Che sia chiaro: se fossi un organizzatore di una finale o un appassionato del movimento in generale, me lo auspicherei anch’io un Superbowl con 15.000 spettatori e diretta TV. Cosa ci sarebbe di meglio per la palla con le cuciture? Niente. Per cui non polemizzo di certo con chi, malgrado il modo poco sensibile, dice quel che pensa. Io amo le persone che dicono quello che pensano, per cui tutto OK siccome non siamo in finale, che almeno sia un bellissimo SUPERBOWL e che porti bene a questo povero sport troppo spesso dimenticato da chi con davvero poco sforzo potrebbe aiutarci invece che metterci in difficoltà.

L’altro giorno guardavo una casa in sasso. Avete mai guardato bene una casa fatta di sassi? Lo sapevate che i muri sono solitamente spessi mezzo metro e non 15 centimetri come quelle fatte con i mattoni? Quindi ci vuole un volume in sassi triplo o quadruplo delle case normali.
Guardando questi muri e notando quanto ogni sasso fosse diverso dall’altro, mi sono immaginato quanto tempo e quanti sollevamenti deve aver fatto il muratore per erigerlo. Incastrare ogni sasso deve essere stato come costruire un puzzle di migliaia e migliaia di pezzi, con la piccola diversità che i pezzettini non sono di cartoncino e tu non sei in ginocchio sulla sedia del tavolo in sala, con tua madre che ogni 2 ore passa e ti chiede quando finirai di tenere impegnato il salotto buono…

Fare una casa di sassi e fare in modo che ogni sasso sia squadrato, liscio e ben posizionato è davvero cosa epica. Ci deve essere voluta una pazienza incredibile per scegliere ogni volta il sasso giusto. E poi… ti immagini sempre che il muro sia basso, ma quando diventa 6 o 7 metri devi portare i sassi fino a su ed alla fine devi fare anche il tetto…

Forse per questo si chiama IMPRESA EDILE, perché costruire bene una casa è davvero un’impresa.

E guardando questo muro, ho pensato che vale un po’ per tutte le cose, realizzare qualcosa di bello è sempre figlio di pazienza e tempo. E per i Panthers in questi anni e per i futuri vale la stessa cosa, pazienza e tempo, quanta strada abbiamo fatto con pazienza in questi 15 anni e quanta strada rimane da fare: forse non vinceremo mai più un titolo, ma magari un prato dove giocare le partite senza far arrabbiare qualcuno, prima o poi arriverà, chissà… e chi vorrà farne parte e chi vorrà venirci a vedere, si ricorderà che le partite sono come le battaglie, vanno vinte, ma certe volte per un motivo o per un altro capita che si perdono.

Non è successo nulla di grave, non è morto nessuno.

Un saluto particolare a quello in canottiera che domenica mi fa: tu sei quello che scrive, io ti leggo. Non so perché, ma detto da lui che ho immaginato aver fatto mille km per vedere i suoi amici, anche se i suoi amici non erano esattamente vestiti come i miei, è stato davvero un bel complimento, grazie.

La pazienza è la più eroica delle virtù, giusto perché non ha nessuna apparenza d'eroico (G.Leopardi)
 

by Ugo Bonvicini

 

 
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