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XXXV ITALIAN BOWL
Diaferia, l'uomo da "6" Super Bowl


Parma, 02 luglio 2015 – E sono sei. Per Francesco Diaferia quello di sabato sarà il Super Bowl numero sei, un bel numero non c'è che dire per un ragazzo che ha da poco compiuto 26 anni. Per raggiungere questo traguardo, per giocarsi la conquista del quinto titolo questo sabato a Milano, Diaffo ci ha messo lo zampino, deviando, sul finire della gara con Bolzano, una palla che sembrava destinata nelle mani del ricevitore avversario, una presa che avrebbe potuto significare l'overtime per i suoi Panthers, con tutto quello che ne sarebbe potuto conseguire. Un gesto che Diaffo ha sottolineato a tutta la squadra "certo, queste cose mica le faccio passare inosservate" scherza prima dell'allenamento.

Continuiamo quindi a parlare della semifinale, che partita è stata?
"I Giants come tutti gli anni si sono rivelati una squadra ostica, ed hanno mantenuto fede al pronostico che li voleva protagonisti nella stagione assieme ai Seamen. E' stata una gara dove hanno dominato le difese, e per la prima volta in stagione la nostra ha vinto la partita. Hanno giocato molto bene su Martinek, mettendogli tre uomini addosso e dirottando l'americano su Finadri".

C'è stato un momento in cui hai pensato "oggi non riusciamo a vincere"?
"A fine primo tempo, quando eravamo 7 pari, siamo entrati negli spogliatoi consapevoli che sarebbe stata ancora più dura. Poi però il discorso di Andrew Papoccia ci ha scosso ancora di più, specialmente a noi della difesa, ma devo ammettere che prima della marcatura di Tommy (Monardi n.d.r), ho pensato che sarebbe stata molto lunga".

Ti sei fatto offrire da bere per la giocata finale?
"No dai, sono umile (ride), però l'ho fatto notare eccome"

Questa per te è la sesta finale consecutiva. Raccontaci con poche parole ogni Super Bowl disputato.
"La prima è stata una goduria, perché doveva essere una stagione di transizione, con tanti giovani in squadra. Una grande soddisfazione. Il secondo, il derby contro Bologna, quella sì è stata una goduria al 100%. Il terzo anno ancora contro Catania, loro erano convinti di vincere, stavano per farcela ma alla fine abbiamo girato la gara a nostro favore. Quella è stata la vittoria della squadra più forte, abbiamo dimostrato che non c'era storia, nessuna possibilità per le altre squadre. Poi è cominciata la miniserie coi Seamen: primo anno, il nostro quarto titolo, loro non erano ancora pronti, stavano ancora formando e costruendo la squadra che avrebbe poi vinto l'anno dopo. Noi avevamo esperienza ed eravamo molto forti. Poi l'anno scorso, per noi ancora inspiegabile: vuoi che si è rotto uno dei due americani e che Paulsen giocando il doppio ruolo ha tenuto di fatto solo un tempo, ma noi non ci abbiamo capito niente dal primo all'ultimo minuto, con loro che invece hanno giocato una partita impeccabile, cogliendoci proprio alla sprovvista".

Invece la partita di sabato come te l'aspetti?
"In stagione siamo 1-1, ma all'andata a loro mancava il QB americano, mentre al ritorno eravamo noi senza Monardi. Sabato dobbiamo arrivare concentrati e determinati, partendo dalla difesa che in queste ultime gare è salita di livello. Sarà una partita dura, loro sono una squadra fisica, soprattutto in difesa, anche se gli manca il ricevitore di punta. Il loro QB è molto bravo a muoversi ad eludere la difesa fino a quando non trova il ricevitore libero, deve essere brava la linea a mettere pressione e noi dietro a non fargli trovare uomini liberi".

Questo per te è il primo anno in cui sei l'unico calciatore. Ti pesa, ti mette pressione questo?
"Lo scorso anno ho calciato per metà stagione e devo ammettere che ogni volta mi tremavano le gambe. Quest'anno invece la vivo molto meglio, come una cosa normale. So che tocca a me calciare e lo faccio con più serenità".

 

Stefano Manuto

 

 
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