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Diventa arbitro di Football Americano
 
Sai come si mangia un elefante? Un pezzo alla volta
Quando la palla è caduta là in fondo e i Giants non potevano più provarci, ho realizzato che saremmo andati alla sesta finale consecutiva.
Evitando le facili autocelebrazioni o compiacimento di essere stati bravi, dico solo che è fantastico quando la vita ti dà una seconda possibilità.
L’anno scorso era stato tutto troppo perfetto per 4 mesi filati e poi a Ferrara fu un incubo.
Il brutto sogno era anche peggiorato a settembre quando guardandoci nelle palle degli occhi sapevamo che le tasche erano troppo vuote per iscriverci al campionato.

E’ quando il gioco si fa duro che i duri giocano e duri lo siamo stati davvero.
Tutti… Da Tino a preparare salamini alla griglia, a Kaiju Paolo a trovare un campo dove giocare, a Ivano a tener tutti calmi, ad Andrew con i suoi 50 giocatori che hanno risposto alla chiamata dicendo:
“noi siamo i Panthers Parma, poco importa in che stadio e campionato giocheremo, noi daremo il massimo e anche in difficoltà faremo di tutto per stare insieme e vincere”

Tanti anni fa, quando sognavo di cambiare il mondo, come del resto tutti sognano a vent’anni, mi misi a discutere con un signore che a conti fatti aveva probabilmente la mia età oggi.

Mi sembrava tanto più grande di me, era un imprenditore, aveva lavorato sodo, era stato probabilmente anche fortunato ed aveva una bellissima barca a vela di 20 metri.
Anche lui come me da giovane avrebbe voluto cambiare il mondo e sognare che tutti fossero felici, ma poi si era convinto che non ci sarebbe mai riuscito e che quello che aveva fatto in seguito era impegnarsi nel suo lavoro, non solo per migliorare la vita sua e della sua famiglia ma cercando nel possibile di far star bene anche le persone più vicine a lui: collaboratori, parenti, amici…
Insomma al di là che forse la sua segretaria non possedesse un panfilo di 15 od anche solo di 10 metri, quello che voleva dire lo capisco ora, forse perché ho raggiunto la sua età ed il mondo ahimè non l’ho ancora cambiato.
Basta poco per far star bene quelli vicino a te, basta solo che ci pensi, sorridi e dici più volte sì invece che no.
Con i Panthers è un po’ la stessa cosa, ognuno di noi ha sicuramente le sue beghe ed i suoi problemi personali, ma in campo quello che si può fare è impegnarsi e farlo non solo per se stessi, ma anche per il compagno a fianco.
E quando le cose si mettono a posto, tutti sono un po’ più soddisfatti, felici e realizzati.

Difficile esprimere la gioia di oggi, perché quando le emozioni sono profonde, di solito bisogna guardare gli occhi delle persone, ma siccome voi non vedete i miei cerco di spiegare.
E’ come quando inizi un progetto o solo desideri una cosa e sai che le difficoltà saranno davvero più grandi di quanto da solo riusciresti a fare, poi però un pezzo alla volta metti insieme le cose, le aggiusti, trovi soluzioni ed alla fine eccoti lì esattamente dove volevi essere.
Io volevo essere al Superbowl del Vigorelli.
Altri 50 come me volevano la stessa cosa.
Davanti a noi avevamo una scala ben più alta ed ardua di tutte le altre volte e gradino dopo gradino, passo dopo passo siamo arrivati in cima…
Così questo 2015 sarà stato l’anno più bello tra tutti quelli passati nei Panthers perché l’obbiettivo massimo è stato raggiunto: giocare la rivincita contro i Seamen 364 giorni dopo la disfatta del’anno scorso.

Si vincerà o si perderà insieme, ma per ora ci siamo divertiti un mondo insieme e la vita corre più veloce e questi ultimi sei campionati con sei finali sono volati.
E’ già tutto scritto?
Credo proprio di no, quello che ci sarà da scrivere lo scriveremo a 100 mani il 4 luglio a Milano.
Prima di allora godiamoci aver già vinto tutto il resto.

E poi dicono che certe cose capitano solo nei film…

 

by Ugo Bonvicini

 

 
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