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Le ragioni del cuore
A dirla tutta, ma proprio tutta ieri è stata una liberazione.

In questi ultimi otto mesi la sola domanda che mi girava in testa era se la piega presa a Ferrara era quella di una parabola discendente che dopo 4 titoli vinti iniziava a scendere e scendere e riportarci giù in basso da dove eravamo partiti 10 anni prima.
I veri Panthers erano quelli delle 11 partite vinte fino a Giugno od erano diventati quelli del 3 a 33 di Luglio 2014?

Quindi a Settembre, ci rivediamo e la situazione è più o meno questa:
a) scudetto da cancellare sulle maglie
b) budget da squadra da football di terza serie e certezza di un futuro prossimo senza americani
c) senza un vero campo per allenarsi, bensì un sabbione di sassi e terra battuta dove non ci andresti nemmeno in bici per paura di forare
d) senza più lo stadio perché anche se è in città ci può giocare solo di chi Parma non è
e) 8 titolari da reinventarsi su 22 in totale

Se ci mettiamo l’alluvione e la bufera di neve di 4 settimane fa, credo ci mancassero solo le cavallette e la peste bubbonica per metterci lì in un angolino e piangere.

Cosa si deve fare quindi per rialzare la testa anche quando va tutto male?
Quando i colpi inferti abbatterebbero un elefante altro che una pantera?

Iniziamo allora:
a) Uno di noi impara a cucire a macchina e copre gli scudetti con una patch con scritto “Torno Subito”
b) Altri due iniziano a battere ogni strada possibile per racimolare amici e contributi comprese donazioni e 8 per mille.
c) Il Sabbione diventa SAND-1, un mitologico campo di battaglia usato prima dagli Spartani e poi è la breccia da dove escono mostri kaiju tipo Godzilla dove solo noi possiamo difendere l’umanità stile PacificRim
d) non siamo degni di giocare nella nostra città? OK andiamo a Collecchio in un impianto piccolo, ma accogliente con buona pace di chi non vede un tutto esaurito da mai…
e) mancano 8 titolari? Portiamo in prima squadra tutta la giovanile, ritorna AllAmerican MicheleCanali ed Andrew si mette quel casco con le due A maiuscole dietro

E di qui si ricomincia, nessuno sa cosa succederà, ma di sicuro i 47 Panthers a roster ieri contro i Seamen hanno una sola parola: BELIEVE che in italiano significa CREDICI.

Non siamo di certo più forti fisicamente dell’anno scorso, ma il football non è solo cm e kg. Il più delle volte è solo questione di testa, ma in realtà sono le ragioni del cuore che fanno la differenza tra essere uno di noi o uno degli altri.
Andrew è Capitan America e non puoi far altro che seguirlo e quando Malpo33 segna il primo dei 5 TD con cui ci leviamo di dosso la carogna di otto mesi di merda è come tornare a respirare dopo l’apnea e ritrovarsi laddove eravamo rimasti e la risposta alla prima domanda arriva precisa:

Noi siamo ancora quelli di Giugno e se c’è una squadra che può vincere anche senza stranieri, senza stadio e senza campo d’allenamento, allora signore e signori quelli sono i Panthers.
Non so come andrà avanti questa storia, forse sarà stato solo un fuoco fatuo, ma visto che i credo ai segni mi lustro gli occhi quando vedo che a tempo scaduto un 23 fa 80 yard con la palla in mano, vedete voi…

 

by Ugo Bonvicini

 

 
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